Evidentemente, Sua Santità era stanco.
Di ritorno dalla GMG in Polonia, a domanda circa il martirio di padre Jacques Hamel, ha risposto che in ogni religione ci sono dei fondamentalisti. E quindi ci sono persone che uccidono.
– Ma guarda, mi sono detto, e io che avevo sempre pensato che il fondamentalista cristiano fosse un tipo umano alla san Francesco… Francesco, che bel nome –
Per esempio, continua Sua Santità, basta sfogliare i giornali per trovare notizie quotidiane di cristiani che uccidono fidanzate e suocere: «Sono violenti cattolici… Se io parlassi di violenza islamica, dovrei parlare anche di violenza cattolica».
Era molto stanco, Sua Santità: continuando il ragionamento, si dovrebbe cercare un testo nel Vangelo, o almeno un atto storico di Cristo, che inciti all’uccisione di donne (non entriamo troppo nei dettagli sui rapporti parentali) in Suo nome.
E pensare che, a me, quella pagina non me l’hanno mai letta.
E pensare che pensavo di averli letti, i Vangeli.
Ma quante cose ci sono da imparare, al mondo.
mm
Qui sotto, il brano in questione dell’intervista volante:
(Antoine-Marie Izoard)
Santo Padre, innanzitutto faccio gli auguri a Lei, a padre Lombardi e anche a padre Spadaro per la festa di Sant’Ignazio.
La domanda è un po’ più difficile. I cattolici sono sotto shock – e non solo in Francia – dopo il barbaro assassinio di padre Jacques Hamel nella sua chiesa, mentre celebrava la Santa Messa. Quattro giorno fa, qui, Lei ci ha detto di nuovo che tutte le religioni vogliono la pace. Però questo santo prete di 86 anni è stato chiaramente ucciso nel nome dell’islam. Quindi, Santo Padre, ho due brevi domande. Perché Lei, quando parla di questi atti violenti, parla sempre di terroristi ma mai di islam? Mai utilizza la parola “islam”. E poi, oltre alle preghiere e al dialogo, che ovviamente sono essenzialissimi, quale iniziativa concreta Lei può avviare o magari suggerire per contrastare la violenza islamica? Grazie Santità.
(Papa Francesco)
A me non piace parlare di violenza islamica, perché tutti i giorni quando sfoglio i giornali vedo violenze, qui in Italia: quello che uccide la fidanzata, un altro che uccide la suocera… E questi sono violenti cattolici battezzati! Sono violenti cattolici… Se io parlassi di violenza islamica, dovrei parlare anche di violenza cattolica. Non tutti gli islamici sono violenti; non tutti i cattolici sono violenti. E’ come una macedonia, c’è di tutto, ci sono violenti di queste religioni. Una cosa è vera: credo che in quasi tutte le religioni ci sia sempre un piccolo gruppetto fondamentalista. Fondamentalista. Noi ne abbiamo. E quando il fondamentalismo arriva a uccidere – ma si può uccidere con la lingua, e questo lo dice l’apostolo Giacomo e non io, e anche col coltello – credo che non sia giusto identificare l’islam con la violenza. Questo non è giusto e non è vero! Ho avuto un lungo dialogo con il Grande Imam dell’Università di al-Azhar e so cosa pensano loro: cercano la pace, l’incontro. Il Nunzio di un Paese africano mi diceva che nella capitale c’è sempre una coda di gente – è sempre pieno! – alla Porta Santa per il Giubileo: alcuni si accostano ai confessionali, altri ai banchi pregano. Ma la maggioranza va avanti, avanti, a pregare all’altare della Madonna: questi sono musulmani che vogliono fare il Giubileo. Sono fratelli. Quando sono stato in Centrafrica sono andato da loro e l’imam è anche salito sulla papamobile. Si può convivere bene. Ma ci sono gruppetti fondamentalisti. E mi domando anche quanti giovani – quanti giovani! – che noi europei abbiamo lasciati vuoti di ideali, che non hanno lavoro, che vanno alla droga, all’alcool… vanno là e si arruolano in gruppi fondamentalisti. Sì, possiamo dire che il cosiddetto Isis è uno stato islamico che si presenta come violento, perché quando ci fa vedere le sue carte d’identità ci fa vedere come sulla costa libica sgozza gli egiziani, o cose del genere. Ma questo è un gruppetto fondamentalista, che si chiama Isis. Ma non si può dire – credo che non sia vero e non sia giusto – che l’islam sia terrorista.